8.Foglio parrocchiale
   

 

    Programma attività        Mappa del sito       Archivio                                                         8 Gennaio 2005

 


“Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male”
GIORNATA MONDIALE DELLA PACE
Acicastello, 1 gennaio 2005

 

  
   Inizia un nuovo anno. Con il suo carico di attese e anche di timori. E non mancano motivi per gli uni e per gli altri, a livello individuale e privato ed anche collettivo e perfino mondiale. Ciò che accade nel mondo, lontano da noi, si fa vicino, ci raggiunge e diventa causa di preoccupazione, suscita partecipazione, provoca un’eco nel nostro animo.
   L’immane tragedia che ha colpito il sud-est asiatico il 26 dicembre 2004 è l’ultima tragica conferma. La “grande onda” ha preso dove ha voluto. Non ha chiesto l’età, né il Paese, né se si fosse locali o stranieri. Ha scelto e portato con sé chi ha voluto. Bambini, molti, perché erano leggeri e facili da prendere. Ma anche vecchi e giovani inservienti degli hotel o pescatori già per mari. E ricchi turisti arrivati da lontane città occidentali. Sposini in viaggio di nozze. Poveri, tantissimi poveri. Buddisti, musulmani, cristiani.
    La “grande onda” della morte non ha fatto distinzioni, ha afferrato tutti insieme. Un nuovo diluvio universale, un’immensa babele. In questi giorni ho ripensato al Vangelo letto durante il periodo di avvento: ai tempi di Noè mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito…e non si accorsero di nulla. E il diluvio li inghiottì tutti.
   Com’è fragile la nostra esistenza! In un istante perdi tutto…La “grande onda” è velocissima…Noi però sappiamo che la misericordia di Dio è più veloce dell’onda e molto più grande della morte. La misericordia di Dio ha abbracciato tutti prima di quell’onda…
   L’inizio dell’anno significa anche e soprattutto la grande speranza della pace, per un’umanità meno sofferente e più riconciliata. Celebriamo difatti la Giornata Mondiale della Pace.
   La pace. Un bene da costruire perché “dappertutto c’è bisogno di pace”. Un dono al quale tutti devono partecipare, “perseguendo sempre il bene con coraggio”. Il papa anche quest’anno ha rivolto a tutti gli uomini – non solo ai cristiani – uno speciale messaggio per la pace. L ’unica via per costruirla è fuggire il male con orrore e perseguire sempre con coraggio il bene.
   Soffriamo tutti ogni volta che il mondo si colora di male, di violenza, di cattiveria, di paura di odio. Abbiamo pianto tutti quando la televisione ci ha mostrato il volto terrorizzato di ragazze e ragazzi che hanno assistito all’orribile e assurdo massacro avvenuto nella scuola della lontana Ossezia, dove dei terroristi li avevano presi in ostaggio, prigionieri dell’odio.
   Abbiamo pianto e abbiamo pregato.
   Chiediamo anche oggi a Gesù, Principe della Pace, di curare le ferite che l’odio lascia, le ferite più profonde, quelle che restano nella mente e nel cuore di tanti bambini e delle loro famiglie. Che il Signore apra la mente e fermi la mano di chiunque, in qualsiasi parte del mondo, semina uccisione e fa crescere infinite tristezze.

Dona a tutti, o Signore, il sacro rispetto per la vita di ogni persona!
             Il rispetto per la vita. Sempre. Da parte di tutti!
             Mai più, o Dio, la violenza! Mai più il terrorismo.
             Mai più la guerra. Mai più la fame e le ingiustizie.
             Mai più!


    Abbiamo bisogno di pace, abbiamo bisogno dei bambini. Abbiamo bisogno di voi cari bambini per dare più fiato alla nostra preghiera. Abbiamo bisogno della vostra voce, della vostra volontà e della vostra intelligenza, per dire al Signore, con serietà:

Comincio io, Signore, a vincere il male.
            Comincio io a stare dalla parte del bene,
            sempre, senza eccezioni, senza compromessi,
            anche quando mi costa fatica,
            anche quando il bene è meno simpatico del male.


 
  
Già perché non sempre il male è orribile e fa paura. Molto più spesso si traveste, entra dentro di noi mascherato da “che male c’è?”, oppure “tanto lo fanno tutti” o, ancora, “fai così che è più comodo”.
     Non lasciamolo entrare, ragazzi.
     Per il bene più grande, per il bene di tutti, perché il bene è il valore e il rispetto della vita di ogni persona, e vogliamo dire a Dio – e Lui saprà farlo sapere a tutti – che ci impegniamo noi per primi.
    Costi quello che costi!
    Siete disposti ragazzi a qualche sacrificio per avere un mondo pieno di pace, di amore, di giustizia, di gioia per tutti?
       Siete disposti anche a rinunciare a qualche cosa in cambio del dono della pace?
    Non ci perdereste nulla, sapete, perché con la pace si ha davvero tutto, mentre senza la pace tutto è perduto.

   Shalom! Vi auguro di realizzare il dono-compito della pace.

                                                                            Il vostro parroco.

 

E ritorna......... S. Mauro ritorna


  

  S. Mauro ritorna e col suo ritorno, speranze, sogni, aspettative e ricordi affiorano nella mente.
    Ho avuto la grande fortuna di conoscere molto bene un nostro concittadino illustre quanto schivo: l'ing. Pietro Guglielmino, per averlo aiutato negli ultimi anni della sua vita professionale;(quando la vista cominciava a tradirlo), a smaltire i lavori pendenti di consulente tecnico esterno del comune di Catania; e mi sovviene a distanza di tempo che quando si approssimava la festa di S. Mauro, soleva spesso raccontarmi un fatto saliente accadutogli, quando lui ventiquattrenne giovane tenente dell'esercito italiano nella guerra del 15/18, si trovava al fronte sulle arse doline carsiche a custodia dei sacri confini della patria, per partecipare alla conquista successiva di Zara e Dubrovnich. Il che è avvenuto in condizioni disumane, letteralmente, marciando su cadaveri e su terreni infami.


    Era un 15 gennaio dei predetti anni, si trovava col suo giovane attendente in una postazione quando arriva dal Comando Superiore, un ordine da trasmettere alle altre postazioni vicine; l'attendente con cieca ubbidienza scatta in piedi pronto ad eseguire gli ordini, ma il tenente Guglielmino lo esime da tale incarico e preferisce andare lui stesso ad eseguire gli ordini superiori; il tempo giusto per spostarsi dalla postazione, che una granata nemica cade nella stessa postazione, uccidendo il giovane e fedele attendente; era il 15 gennaio del 1915/1918.
    A tale punto del racconto, vedevo gli occhi tumidi dell'ing. Guglielmino velarsi di tristezza e qualche malcelata lacrima solcare il suo viso.
    Adesso a distanza di anni avendolo conosciuto bene e soprattutto avendo conosciuto meglio la sua nobiltà d'animo, comprendo che quelle lacrime, non erano solo un ringraziamento per il suo scampato pericolo, ma sono più che certo che erano lacrime dedicate esclusivamente alla vita spezzata del suo adolescente e devoto attendente.
   Preghiamo S. Mauro, affinché allontani sempre i bagliori sinistri delle guerre, e faccia sempre tacere il linguaggio funesto e irragionevole delle armi, che producono effetti devastanti e luttuosi e faccia prevalere il linguaggio della ragione e della pace; il linguaggio chiaro e comprensibile per tutti che non squalifica l'uomo né la società.

                                                                Viva S. Mauro

                                                                                  Gaetano Greco
                                                                                                                             (congregato)
 

horizontal rule

Altri articoli :
Pagina 2

- La via per la Pace: "Vincere con il bene il male"
- Mio figlio icona di un segreto nascosto


Pagina 3
- Anno 2004 : Battesimi - Matrimoni - Ci hanno lasciato

horizontal rule

Pag. Pag. Pag.